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Trans-Island Project: navigare con una stampante 3D
30 nov
  • Lisca Bianca
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Trans-Island Project: navigare con una stampante 3D

LiscaBianca a bordo con il navigatore Gaetano Mura per la sperimentazione di un nuovo modo di intendere la manutenzione in navigazione.

Palermo, 30 novembre 2015. L’abilità di trovare soluzioni nuove e veloci ai problemi, la fiducia nei confronti dei propri compagni di equipaggio, il coraggio di sperimentare nuove rotte: sono questi gli elementi che permettono a chi va per mare di riconoscersi in un gesto, in uno sguardo. E così è stato anche per il team di LiscaBianca con il navigatore oceanico Gaetano Mura: una mail, una telefonata, il racconto di una storia romantica e di un progetto di integrazione e inclusione e il feeling è spontaneo, immediato.

Gaetano veleggia fino a Palermo da Cagliari con il suo Class40 Bet1128 per conoscere i ragazzi del Progetto LiscaBianca, di cui ha compreso e condiviso dal primo momento i valori e gli obiettivi: dare a giovani in difficoltà una nuova prospettiva attraverso un programma di formazione lavorativa che abbina saperi tradizionali e nuove tecnologie.

E, come spesso accade, dalla condivisione di una certa visione del mondo e dalla volontà di dare fiducia nascono le collaborazioni migliori. Parlando e raccontando, Gaetano propone a LiscaBianca di studiare una soluzione a uno dei problemi più comuni per chi attraversa gli oceani, anche in solitaria: che fare se si rompe un pezzo in una barca a vela? Sostituirlo o ripararlo? Spesso le riparazioni non sono possibili e, d’altro canto, per ovvi motivi di ingombro e peso non si può disporre di una scorta di tutti i pezzi necessari.

LiscaBianca, attraverso il suo Responsabile Tecnico Francesco Belvisi, giovane e visionario progettista, propone una nuova soluzione: costruire direttamente in navigazione ciò che serve. Anzi, fabbricarlo con stampanti 3D di ultima generazione.

Un’innovazione che il velista Gaetano Mura sperimenta in navigazione sulla rotta Palermo – Cagliari: il risultato è una piccola elica in plastica per un idrogeneratore.

La stampante 3D è stata posizionata al centro della barca – spiega Belvisi – e, nonostante le accelerazioni, è stata in grado di produrre un oggetto in plastica con un buon livello di definizione.

L’incontro ha preso il nome di Trans Island Project: un ponte tra Sardegna e Sicilia, in cui la sperimentazione tecnologica va a braccetto con la responsabilità sociale. Il Progetto LiscaBianca di Palermo, infatti, coinvolge nel restauro di una barca classica ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni “ex-Malaspina”, infortunati segnalati da INAIL, ex tossicodipendenti della Comunità di Recupero Sant’Onofrio di Trabia, giovani migranti rifugiati.

Si tratta di un’imbarcazione che fece il giro nel mondo negli anni ‘80 – spiega Francesco Belvisi –. Nel corso del restauro i ragazzi apprendono la lavorazione del legno, sia attraverso tecniche e metodi tradizionali sia con i più moderni strumenti di lavoro presenti in un cantiere.

La sperimentazione sul class40 bet1128, sostiene Gaetano Mura, “è molto utile perché può permettere di risolvere numerosi problemi durante navigazioni lunghe. Garantisce più sicurezza in condizioni estreme, dove non è possibile aggiustare alcuni strumenti. Sono molto soddisfatto per il lato umano e sociale di questo progetto con i ragazzi che hanno lavorato per la mia barca. Sono andato a Palermo per uno scambio e dei lavori per il mio Class40, poi è nata l’idea di sperimentare la stampante in navigazione”.

Sull’utilizzo delle stampanti 3D è stato fondamentale il contributo della FabLab@School, di cui Belvisi è il Coordinatore Tecnico.

Si tratta di un laboratorio di fabbricazione digitale all’interno dell’I.T.I.S. Vittorio Emanuele III di Palermo, aperto all’interno e all’esterno, dove si utilizzano le stampanti 3D – conclude Belvisi –. In questo caso abbiamo applicato queste conoscenze alla nautica.

L’esperimento è riuscito e apre il campo a diverse applicazioni. Insomma, Trans-Island Project è solo l’inizio: ed è l’ulteriore conferma del fatto che la tecnologia non debba ridursi a una moda ma debba essere impiegata come una risorsa funzionale al problem-solving.

Associazione LiscaBianca ha tante idee in cantiere e ha voglia di portarle avanti, seguendo il principio per cui tradizione e innovazione possono convivere. Anche Gaetano Mura ha tanti obiettivi e progetti, e questo inizio è una base di condivisione, personale e tecnica, da cui partire.

Siamo molto contenti del fatto che anche, come gli altri Partner che sono già saliti a bordo di LiscaBianca, anche un campione della vela italiana e internazionale come Gaetano Mura abbia manifestato apprezzamento nei confronti del Progetto, riconoscendo che l’eccellenza a volte si nasconde là dove magari uno meno se la aspetterebbe: un cantiere sociale di Palermo – aggiunge Elio Lo Cascio, Coordinatore di Progetto LiscaBianca –. Lui ci ha dato fiducia e speriamo che altri seguano il suo esempio, aiutandoci a far emergere le nostre capacità e quelle dei ragazzi che lavorano su LiscaBianca.

Come ogni condivisione che si rispetti, Gaetano ha offerto un caffè caldo ai suoi ospiti a bordo ma, abituato a navigare in solitario o equipaggio ridotto, mancava una tazzina. E che problema c’è? Abbiamo prodotto anche quella. Espressa.

 


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