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LiscaBianca su Palermowebnews.it
27 nov
  • Lisca Bianca
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LiscaBianca su Palermowebnews.it

“Lisca Bianca” tornerà a navigare per l’inclusione

Una vita gloriosa, una grande avventura, epica, romantica. L’ultimo ormeggio a Las Palmas nel 1989, il ritorno a Palermo e l’abbandono. Fino ad oggi.

Istituzioni, operatori sociali, e soggetti privati insieme per il progetto di recupero e restauro di Lisca Bianca, lo splendido Carol Ketch che vide a bordo Licia e Sergio Albeggiani nella loro ultima impresa.

E’ il 23 settembre 1984 quando i coniugi Licia e Sergio Albeggiani salpano da Porticello a bordo di Lisca Bianca per il loro primo giro del mondo che si concluderà, dopo aver percorso oltre trentamila miglia, l’1 agosto del 1987. Entreranno in porto scortati da un corteo di barche piccole e grandi: sul molo ad accoglierli uno stuolo di gente festosa che acclama ed urla a gran voce tra suoni di sirene e scoppi di mortai. Il 25 aprile del 1989 sono già pronti per ripetere l’impresa che non completeranno mai perché di lì a poco, purtroppo, un malore si porterà via Sergio a Las Palmas (Canarie). Ancora oggi è ben nota e documentata l’avventura dell’audace coppia, una delle rarissime e romantiche imprese marinare siciliane, così radicale da lasciare una forte impronta nell’immaginario collettivo.

Lisca Bianca invece, rientrata a Palermo subisce a causa dell’abbandono un progressivo deterioramento, rischiando la demolizione.

A quasi trent’anni di distanza, l’Istituto Don Calabria, l’associazione Apriti Cuore Onlus e Yam, in collaborazione con l’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo e Lega Navale decidono di mettere insieme competenze ed energie per organizzare il recupero e la valorizzazione dell’imbarcazione e della sua storia.
Lisca Bianca viene gentilmente ceduta dalla famiglia Albeggiani che sposa con passione il progetto e l’impegno, una volta ristrutturata, di finalizzarne le attività a scopi sociali e di promozione della cultura marinara.
Scopo del restauro è, infatti, il re-utilizzo di Lisca Bianca per attività finalizzate all’integrazione e inclusione sociale di soggetti svantaggiati: giovani in difficoltà e/o a rischio di devianza, accolti all’interno di comunità per minori o strutture di prima accoglienza, di comunità per tossicodipendenti o di centri aggregativi, soggetti disabili psichici e/o fisici – utilizzando il mare e la navigazione come “strumenti” educativi e terapeutici, sulla scia di altre esperienze di successo in questo campo.



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