Ieri, dopo l’intervista al Coordinatore del Progetto, Elio Lo Cascio, abbiamo ricevuto una bellissima mail dall’amico Giuseppe che ha acconsentito alla pubblicazione. Quindi è con piacere che condividiamo la sua lettera.
Cari amici di Lisca Bianca, ho appena sentito a radio24 della vostra bella iniziativa, di cui non sapevo nulla.
Ho ascoltato le notizie sul vostro progetto con enorme piacere, perché mia moglie è siciliana, la sua famiglia abita a Palermo, e io amo appassionatamente Palermo (oltre che mia moglie Rosalba), e sapere che la cala, che vedo sempre affollata di barche da turismo che non si muovono mai, è anche riparo per la Lisca Bianca e punto di partenza del progetto, mi allarga il cuore.
Ma c’è un altro motivo per cui l’uso di un’imbarcazione a fini solidali mi fa un grande piacere, ed è che riprende un’attività intrapresa a Napoli, dal 1913 al 1928 da Giulia Civita Franceschi, che fu detta la “Montessori del Mare” perché il suo modello educativo fu apprezzato e studiato in tutto il mondo. Giulia Civita Franceschi nel 1913 assunse la direzione della Nave Asilo “Francesco Caracciolo”, una pirocorvetta donata dal Ministero della Marina alla città di Napoli e destinata al recupero dell’infanzia abbandonata. La “Caracciolo” fu destinata ad accogliere sia gli orfani dei marittimi sia i fanciulli abbandonati di Napoli – “pericolati e pericolanti” nel linguaggio criminologico del tempo -, meglio noti in Italia e nel mondo con l’appellativo di “scugnizzi”. Nel corso di 15 anni – tra il 1913 e il1928 – la Nave Asilo accolse circa 750 bambini e ragazzi sottraendoli a una condizione di abbandono e restituendoli a una vita sana, civile e dignitosa.
La vicenda della Caracciolo mi sta particolarmente a cuore perché vide coinvolta una mia antenata, Enrichetta Chiaraviglio Giolitti, figlia di Giovanni Giolitti, mio bisnonno, che propose il nome della Franceschi di cui conosceva ed apprezzava la sensibilità e l’impegno nei confronti dell’infanzia povera e derelitta di Napoli.
Mi fa piacere darvi queste notizie e sapere che riprendete una iniziativa che raccoglie e valorizza una bella eredità.
Vi dò il link alla pagina di Wikipedia con la voce dedicata a Giulia Civita Franceschi, da cui ho tratto alcune delle notizie qui sopra.
Con i più cordiali saluti e auguri per la vostra coraggiosa impresa, e quando verrò a Palermo sarò lieto di venirvi a conoscere.
Giuseppe Giolitti